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Sentenza del GdL di Roma su comportamento antisindacale

Significativo decreto del Giudice del Lavoro del Tribunale di Roma – Sezione IV, I° Grado del 27 febbraio 2013- che dopo aver preso atto della legittimazione attiva della Segreteria regionale del Lazio per la FEDIR Sanità, dichiara il comportamento antisindacale tenuto dalla USL RM A nei confronti stessa FEDIR, per una serie di omissioni compiute in ordine alle prerogative sindacali vigenti. In particolare, nelle motivazioni, si legge che la ASL ha omesso, tra l’altro, “di adempiere dal 6.7.2012 all’obbligo di informativa con riferimento ai fondi contrattuali anno 2011”; “ha sottratto, nell’ambito applicativo del diritto di accesso di cui alla legge 241/1990, gli atti prodromici di trattative sindacali”; “ha portato in essere atti discriminatori nei confronti degli iscritti al sindacato ricorrente”. Atteso quanto sopra il decreto in parola “ordina” la cessazione di tali comportamenti da parte dell’Azienda dichiarando altresì l’inefficacia degli atti dispositivi posti in essere dalla stessa Azienda nella parte in cui contravvengono agli accertati doveri datoriali. Leggi il dispositivo.

Riunione ARAN del 11 marzo 2013 su CCNQ di ripartizione permessi e distacchi per le aree della dirigenza

Il giorno 11 marzo, presso la sede dell’ARAN, si è tenuta la prima riunione per la definizione del CCNQ di ripartizione dei distacchi e dei permessi alle organizzazioni sindacali rappresentative nelle aree della dirigenza per il triennio 2013-2015. Alla riunione ha partecipato la Segretaria nazionale DIRER Silvana de Paolis e il Segretario Amministrativo Confedir Poerio. Il resoconto. L’ARAN ha illustrato i principali contenuti dell’atto di indirizzo di parte datoriale: - Utilizzo del sistema GEDAP per tutte le richieste di prerogative sindacali previa identificazione dei responsabili sindacali abilitati all’accesso on line. - Anticipo del termine per le comunicazioni dei dati ora fissato al 31 maggio di ogni anno, alla fine di gennaio. - Rendere più snello e migliorare il meccanismo della compensazione fra area e comparto - Regolamentare la concessione delle prerogative sindacali nei casi di giudizi cautelari di ammissioni con riserva al fine di rendere meno complessa la gestione dei crediti e dei debiti al momento della sentenza definitiva del giudizio. - Fruizione dei permessi sindacali non retribuiti solo da parte dei sindacati rappresentativi. - Decurtazione dei trenta minuti legati alla mancata elezione delle RSU. Tutte le sigle sindacali hanno affermato la volontà di non perdere i trenta minuti legati alle RSU. E’ stato ricordato che l’ultimo CCNQ sulla dirigenza risale al 2005 ben otto anni fa proprio perché ci si è bloccati nel non voler riconoscere alle RSA della dirigenza la stessa dignità delle RSU. CONFEDIR ribadisce che i 30 minuti devono rimanere anche senza l’elezione delle RSU ed anticipa che CONFEDIR non firmerà il CCNQ se saranno tolti i 30 minuti. CONFEDIR e COSMED concordano sulla necessità di una maggiore partecipazione delle Regioni ed attenzione ai temi indicati dalle stesse; come richiesto dalle Regioni, è necessario procedere prima alla definizione delle nuove aree e dei nuovi comparti, e poi fare l’accordo quadro, alla fine altrimenti le Regioni potrebbero non essere d’accordo. Anche CIDA ritiene più razionale fare prima i nuovi comparti ed aree e poi le prerogative sindacali. Sul problema della informatizzazione dei dati attraverso GEDAP è stata manifestata da più parti la necessità di non perdere il cartaceo stante i rischi legati alla informatizzazione. CONFEDIR in proposito ha chiesto di chiarire se la responsabilità delle comunicazioni sarà affidata alle confederazioni o alle organizzazioni sindacali ed ha evidenziato le responsabilità economiche che possono derivare dalla gestione dei dati. UIL in particolare sul tema delle ammissioni con riserva ha proposto di dare le prerogative sindacali con un exstranumero per poi poterle ripagare alle amministrazioni in caso di perdita nel giudizio finale. CIDA rappresenta la necessità di sanare la situazione dell’area V sulla quale l’ARAN ha disatteso la soluzione nonostante una pronuncia favorevole del giudice ottenuta dalla CIDA. Chiede poi di affrontare la questione dei trasferimenti delle associazioni fra le confederazioni; la soluzione proposta è quella di registrare la situazione al momento della stipula dell’accordo quadro e non nel momento storico della rilevazione dei dati della rappresentatività. Parrebbe una questione esclusa dal tavolo, ma è per CIDA una pregiudiziale. CONFEDIR replica subito chiarendo che o si cambia tutto, anche la data del 31 dicembre della rilevazione, o altrimenti tutto deve rimanere così come è stato fissato; non è legittimo usare un termine per la rappresentatività ed un termine per l’appartenenza alle Confederazioni. Annuncia l’impugnativa della CONFEDIR qualora dovessero essere cambiate le cose. CISL ritiene che ci troviamo in un momento di grande incertezza con premesse peggiori rispetto al passato per cui è ancora più difficile arrivare ad una accordo; per questo auspica una rivisitazione dell’atto di indirizzo in modo più prodigo. CONFSAL evidenzia che di fronte ai tanti punti critici da affrontare non c’è a Palazzo Vidoni un interlocutore valido; si deve aspettare il nuovo Ministro della FP per iniziare un nuovo rapporto perché adesso ci sono tutte le ragioni di sempre peggiorate dal tempo passato. CGIL lamenta le difficoltà incontrate nel passato nel fare le compensazioni ed auspica che si raggiunga un accordo sul problema scuola prima dell’inizio dell’anno. ARAN a conclusione della riunione rinvia ad una futura proposta che contenga il sistema di inserimento dati GEDAP e quant’altro.

La Confedir esclusa dal Tavolo sui Contratti a tempo determinato

L’Aran ha escluso dal tavolo dell’accordo-quadro per la disciplina di alcuni istituti riguardanti il contratto di lavoro a tempo determinato le Confederazioni generali rappresentative della dirigenza COSMED, CONFEDIR e CIDA motivando tale esclusione con il fatto che a giudizio dell’Agenzia l’atto di indirizzo e le determinazioni del tavolo non riguardano la dirigenza del pubblico impiego, ma unicamente il personale del comparto. L’esclusione delle Confederazioni della dirigenza, in assenza di un tavolo specifico, può determinare gravi ripercussioni. La CONFEDIR, CIDA e COSMED hanno provveduto pertanto a: • diffidare l’Aran ad affrontare argomenti di impatto sul rapporto di lavoro della dirigenza in assenza delle confederazioni generali rappresentative della dirigenza; • richiedere l’intervento della funzione pubblica e del Ministro della Funzione Pubblica che, in coerenza con i precedenti accordi chiarisca un pronunciamento del Ministero della funzoine pubblica sul perimetro di competenza dell’atto di indirizzo e sul come intenda coinvolgere le Confederazioni generali della dirigenza.

Relazioni sindacali – Atto di indirizzo della Funzione Pubblica

La Funzione Publica ha emanato un atto di indirizzo all’ARAN sulle Relazioni sindacali. Ecco l’ Atto indirizzo quadro su partecipazione sindacale. Riportiamo di seguito un breve commento del collega Sammartano. “Non si comprende preliminarmente come mai a pochi giorni dalla formazione del nuovo Governo, quello uscente inopportunamente si arroghi il potere di rivedere l’intero sistema delle relazioni sindacali atteso che il nuovo Esecutivo potrebbe avere un “indirizzo politico” in materia completamente diverso. Atteso quanto sopra bisognerà aprire un tavolo di confronto solo con la prossima legislatura mancando, allo stato, un quadro politico di riferimento. Questa procedura di “centralizzazione” a livelli di accordo quadro delle scelte in merito agli istituti della partecipazione sindacale è inedito in quanto mai riscontrato nel passato. Il sistema dell’esame congiunto, inserito nel sistema delle relazioni sindacali, sulle materie dell’organizzazione del lavoro inerenti ai rapporti di lavoro, è un sistema debole, che non offre alcuna forma di tutela. Ancora meno la mera “informazione”. Il penultimo capoverso dell’atto di indirizzo a pag. 3 recita in grassetto “con il presente atto si forniscono i necessari indirizzi all’ARAN per la stipulazione di un contratto quadro per la individuazione di un modello di relazioni sindacali nel pubblico impiego che sostituirà, per le materie ivi regolate, i contratti collettivi in essere”. La conseguenza è che l’accordo quadro sostituirà i contratti collettivi in essere e che verranno ridimensionati le specificità dei diversi comparti e aree. Ambiguo il punto 5 dell’atto di indirizzo il quale, illustrando le future competenze del comparti, richiama comunque il “cogente rispetto dello stesso accordo quadro”. Atteso quanto sopra: Bisogna trattare partendo dai contenuti dell’intesa di Palazzo Vidoni, tra le parti pubbliche, del 3 maggio 2012 dove si era scelta la strada di una significativa revisione della legge Brunetta. Solo così potrà tempestivamente aprirsi una serena stagione dei rinnovi contrattuali di comparto e di area che sono gli unici realmente in grado di adeguare i modelli partecipativi alle specificità dei singoli settori ed aree. Va pertanto operata una revisione a tutto campo, restituendo alla contrattazione la propria dignità. Bisognerà pertanto confrontarsi subito, unitamente al negoziato con l’ARAN, con il prossimo Governo su una nuova e più consona normativa pubblicistica in tema di relazioni sindacali. In conclusione è triste pensare che il pubblico impiego, in passato l’ossatura della nostra società, è oggi la categoria più penalizzata dalle note vicende ( stipendi allo stato congelati anni e non rapportati all’inflazione, il potere di acquisto è fortemente diminuito). Oggi i nostri giovani sono i più esposti alla crisi, non intravedono un futuro sereno e sono privi di sicurezze. Lo spazio dove cercare di compensare tale quadro è quello delle “detrazioni” e della riforma del lavoro. E’ su questi temi che dobbiamo essere fortemente presenti nel confronto sindacale con il Governo centrale e non smettere mai di lottare sulle incongruità e storture delle recenti riforme che hanno impropriamente portato alla supremazia del legislatore sulle parti sociali, alla supremazia della legge sul contratto collettivo, alla supremazia “dell’atto amministrativo” sugli istituti negoziali e, non da ultimo, alla fine della concertazione.”

Atto di indirizo della Funzione Pubblica sui contratti a tempo determinato

Il Ministro della Funzione Pubblica ha diramato all’ARAN un atto di indirizzo sui contratti di lavoro a tempo determinato. Leggi il documento proposto. Riportiamo inoltre un breve commento del collega Sammarano: ” In materia di lavoro flessibile, come dice Biasioli, si deve porre mano ad un radicale e generale riforma. In particolare il contratto di lavoro a tempo determinato non deve essere guardato e regolamentato come se fosse un modo normale di assunzione perché tanto si porrebbe in palese contrasto con “le procedure concorsuali” previste e garantite dalla nostra Costituzione. L’atto di indirizzo quadro in tema di contratti di lavoro a tempo determinato, tra l’altro, è contraddittorio. Infatti dopo avere delineato, nella parte iniziale, la normativa in materia, normativa definita nell’indirizzo stesso “inderogabile”, subito dopo, di fatto, deroga e amplia le possibilità di applicazione della stessa con disposizioni meramente regolamentari che invadono irritualmente il campo riservato alla legge. Il nuovo esecutivo infine potrebbe avere un “indirizzo politico” in materia completamente diverso. Atteso quanto sopra bisognerà aprire un tavolo di confronto solo con la prossima legislatura mancando, allo stato, un quadro politico di riferimento. Prima della Brunetta il decreto legislativo 165/2001 conferiva alla contrattazione una significativa rilevanza. Viceversa la legge 150 ha stravolto tutto il sistema delle relazioni sindacali creando grande confusione. Di questa confusione ne hanno approfittato “le amministrazioni” che da sole e senza alcun genere di confronto sindacale hanno adottato “provvedimenti” che, nel contenuto, sono stati troppo spesso non conformi, ad esempio, ai contratti integrativi. “

Ancora la Corte dei Conti sugli incarichi dirigenziali

La Corte dei Conti –sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato, con deliberazione n. SCCLEG/3/2013/PREV, nell’adunanza del 7 febbraio 2013, ha ricusato il visto e la conseguente registrazione di tre provvedimenti direttoriali, a cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in tema di conferimento di incarichi dirigenziali. Con tali provvedimenti il Ministero conferiva tre incarichi dirigenziali di seconda fascia a dirigenti rientrati per la cessazione da posizioni di comando o di aspettativa senza assegni, ricoperte presso altre amministrazione dello Stato. La Corte dei Conti motiva il diniego del visto per violazione dell’art. 19, comma 1-bis, del d.lvo n. 165 del 2001 il quale prevede che l’Amministrazione renda conoscibili il numero e la patologia dei posti di funzione che si rendano disponibili nella dotazione organica e i criteri di scelta e che sia acquisita la disponibilità dei dirigenti interessati a ricoprirli, assegnandoli a seguito di giudizio di valutazione compiuto dall’amministrazione. Il principio pertanto che viene affermato è quello che l’Amministrazione, per non creare forme di discriminazione, debba mettere subito a disposizione di tutti i dirigenti strutturati i posti vacanti quando gli stessi si rendano disponibili per poi procedere ad effettuare una valutazione tra coloro che hanno manifestato interesse a ricoprire quei posti. Tale principio è in linea con quanto da sempre affermato da questa organizzazione sindacale. Leggi la Deliberazione n. 3 del 2013

Manifestazione della Dirigenza Pubblica – Roma 28 gennaio 2013

Si è tenuta ieri con grande successo ed affluenza la Manifestazione della Dirigenza pubblica patrocinata dalla CONFEDIR in materia di rilancio della Pubblica Amministrazione: Leggi qui il comunicato stampa, il documento confederale proposto e l’allegato al documento proposto.

Nuove indicazioni dell’INPS sulle pensioni

L’INPS con il messaggio 4/1/2013 chiarisce come devono essere applicati, in concreto, alcuni punti inerenti l’ultima riforma delle pensioni. in particolare si fa riferimento ai trattamenti pensionistici per quei lavoratori che sono iscritti all’assicurazione generale obbligatoria ed alle forme sostitutive , nonchè alla gestione separata. l’INPS, d’altro canto, fornisce tali chiarimenti sulla base di alcune questioni che sono state oggetto di apposito quesito da parte delle sedi Territoriali. E’ opportuno infine tenere presente che il messaggio in parola è stato in toto condiviso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con nota n. 5869 del 16 novembre 2012.

Scarica il INPS – Messaggio n-219-del-04-01-2013

CONFERIMENTO E REVOCA DEGLI INCARICHI DIRIGENZIALI

Un’importante sentenza del Consiglio di Stato CONFERIMENTO E REVOCA DEGLI INCARICHI DIRIGENZIALI: individuazione dei casi in cui la controversia rientra nella giurisdizione del giudice amministrativoLeggi qui il comemnto commento  e la  sentenza n. 6261_2012

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Decreto Legge 147/2012 – Commento della Coret dei Conti

Il commento della Corte dei Conti sul Decreto Legge 147/2012. Leggi qui il commeto commento della Corte dei Conti